Vasile Frumuzache, reo confesso degli omicidi delle escort romene Ana Maria Andrei, 27 anni, e Denisa Maria Adas, 30 anni, potrebbe non essere un killer seriale solitario ma il sicario di una gang che vuol controllare il racket della prostituzione.
Lacune e incoerenze nella sua versione dei fatti: per questo gli inquirenti che stanno indagando su Vasile Frumuzache, reo confesso degli omicidi delle escort romene Ana Maria Andrei, 27 anni, e Denisa Maria Adas, 30 anni, stanno indagando la possibilità che l’uomo non sia un kiler seriale solitario, ma il terminale omicidiario di una banda criminale interessata al controllo della prostituzione, in particolare di origine rumena.
Naturalmente al momento si tratta solo di ipotesi, ma, pur tenendo i punti fermi delle confessioni di Vasile Frumuzache gli inquirenti cercando di definire con attenzione il profilo e il ruolo della guardia giurata 32enne.
In particolare al vaglio della procura c’è una telefonata di ben 40 minuti che Frumuzache ha fatto nell’area del residence di Prato la notte dell’omicidio di Denisa. Ne riporta la Tgr Rai della Toscana: non si sa con chi abbia parlato, ha usato un telefono che lui aveva disponibile, poi sequestrato. La circostanza avvalora la convinzione degli inquirenti che Frumuzache abbia agito con l’appoggio di complici.
Al riguardo c’è anche il fatto che qualcuno accudiva i suoi due bambini piccoli a casa – la moglie risulta fosse all’estero – mentre lui la notte dell’omicidio di Denisa stette a lungo assente dall’abitazione a Bizzarrino di Monsummano. Chi era con i bambini mentre i genitori erano via?
Proseguono anche gli accertamenti sui contatti e sugli spostamenti di Denisa e Ana per cercare di ricostruire i loro movimenti, in particolare nella zona di Montecatini e della Valdinievole. Area in cui Frumuzache aveva messo radici, ci abitava e ci lavorava. Come guardia giurata aveva potuto instaurare relazioni, anche la notte. La procura ipotizza l’esistenza di complici anche per questo.
Quando Denisa scomparve fra il 15 e il 16 maggio e non era ancora emerso che fosse stata uccisa, la testimonianza di un’amica e il racconto della madre avevano fatto ipotizzare un sequestro di persona da parte di una gang, verosimilmente impegnata nello sfruttamento della prostituzione.
Ana Maria Andrei alloggiava nella città termale mentre Denisa no. L’ultima volta la trentenne, residente a Roma, ha scelto Prato per prostituirsi, ma non è da escludere che abbia esercitato il meretricio anche a Montecatini in precedenza. Potrebbe aver incontrato Frumuzache? Nell’ipotesi di un racket, è possibile che le due donne non volessero sottostare a ‘protettori’ ma continuare a esercitare in modo autonomo la prostituzione. Un motivo che potrebbe aver convinto qualcuno a chiedere alla guardia giurata di ‘punire’ le due donne. Tuttavia la procura non sta trovando riscontri su contatti fra il vigilante e la criminalità organizzata e la pista privilegiata è quella di un assassino che ha agito da solo con eventuale supporto logistico esterno.
Intanto le perlustrazioni continuano. A Montecatini, al casolare abbandonato di via di Riaffrico dove Frumuzache ha fatto ritrovare i corpi delle vittime, risulta che sia stato fatto alzare in volo un drone per monitorare dall’alto la campagna così da notare l’eventuale presenza di terreno smosso o di altri indizi; è l’attività per cercare eventuali altri cadaveri. Oggi, inoltre, c’è stata autopsia sui resti in avanzata decomposizione di Ana Maria Andrei, di cui una cugina denunciò la scomparsa l’1 agosto 2024. Per la certezza del riconoscimento è necessario il confronto del Dna, esame già disposto da giorni.