Lo rivela uno studio di Svimez, secondo cui per effetto delle nuove tariffe, comprendendo anche i prodotti farmaceutici, l’export regionale toscano verso gli Stati Uniti si ridurrebbe del 13%, con 1,33 miliardi di flussi in meno, e si perderebbero 17.318 unità di lavoro (-1%). Giani: “sono preoccupato, governo troppo acquiescente con Trump”
L’adozione dei dazi al 15% per le esportazioni dalla Ue verso gli Usa rischiano di costare alla Toscana oltre un miliardo di euro di Pil, con una flessione dello 0,7%: lo rivela uno studio di Svimez, secondo cui per effetto delle nuove tariffe, comprendendo anche i prodotti farmaceutici, l’export regionale toscano verso gli Stati Uniti si ridurrebbe del 13%, con 1,33 miliardi di flussi in meno, e si perderebbero 17.318 unità di lavoro (-1%).
Nel confronto con la performance del resto del paese, la perdita di Pil della Toscana sarebbe superiore alla media italiana e del centro-nord (-0,3%), mentre la perdita percentuale dell’export sarebbe sostanzialmente in linea (14%).
Sui dazi “esprimo preoccupazione perché sinceramente mi sarei aspettato, soprattutto da parte del nostro Paese, un atteggiamento più forte, più duro, più contrattuale verso Trump. Purtroppo si risente di questo senso di acquiescenza del nostro governo verso la politica di Trump, e sinceramente questo poi fa male al nostro Paese”. Così il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, parlando con i giornalisti a margine di una conferenza stampa a Firenze.
Per la Toscana, ha sottolineato, “Irpet mi dice che potrebbe comportare perdite per svariati miliardi al nostro sistema economico fondato sull’esportazione. Nella schizofrenia di dazi-non dazi, negli atteggiamenti assolutamente non condivisibili per quello che riguarda il genocidio che sta avvenendo del popolo palestinese, l’acquiescenza verso Putin nel momento in cui c’è da tutelare il popolo ucraino che è stato invaso, come fa il governo Meloni a considerare ancora Trump un riferimento a cui accondiscendere?”. “Davvero non lo capisco – ha concluso -, e quindi occorre una forte capacità di iniziativa legata a un’Europa che contratti meglio anche per quelle che possono essere le politiche legate ai dazi”.