Beko, FIOM: piano  inaccettabile, Urso chiarisca’

Scritto il 10/12/2024
da Domenico Guarino

Beko, FIOM: piano  inaccettabile, Urso chiarisca’

Si è svolto oggi alministero delle Imprese e del Made in Italy il tavolo sulla vertenza Beko Europe. A presiederlo il ministro Adolfo Urso. Presenti le sigle sindacali e i vertici dell’azienda che, nell’incontro del 20 novembre scorso, aveva presentato un piano industriale con la dismissione entro la fine del 2025 degli stabilimenti di Comunanza (Ascoli Piceno), Cassinetta (Varese) e Siena, con il contestuale esubero di circa 1.900 lavoratori.

“Per la Fiom il piano è inaccettabile e va come tale respinto. Siamo pronti ad una discussione solo se il presupposto di partenza è il rilancio e la salvaguardia dei siti, con chiare missioni produttive, sostenute da investimenti, garantendo un futuro occupazionale ai territori interessati. L’azienda deve presentare un nuovo piano industriale, non può presentarsi tre mesi dopo l’acquisizione e voler dimezzare i dipendenti. Non lo consentiremo”, questo il duro commento della segreteria nazionale della Fiom attraverso una nota congiunta firmata da Barbara Tibaldi e Alberto Larghi, al termine dell’incontro odierno al Mimit dove Beko Europe ha confermato ‘integralmente’ il Piano industriale con 1.935 esuberi, chiusura di stabilimenti e ridimensionamento dell’area impiegatizia.

“Il Governo deve passare dagli annunci ad effetto, ad una proposta accompagnata da risorse economiche vere a sostegno anche diretto dell’industria, per concorrere alla sostenibilità nella competizione globale. La nostra mobilitazione prosegue con lo sciopero di tutta la categoria di domani a Varese e di venerdì a Siena”, si conclude la nota non prima di una battuta al vetriolo nei confronti del ministro Urso. “Nell’incontro di oggi al Mimit il ministro, aprendo i lavori dopo un excursus storico sulle società dell’elettrodomestico, ha ribadito che la golden power e le sue deterrenze rimangono un segreto di stato inviolabile. Sembra un gioco, ma è così. Pertanto in attesa di comprendere quale deterrenza contenga il provvedimento segreto, l’azienda ha ribadito il suo piano di ‘graduale dismissione’, con i medesimi argomenti delle precedenti puntate, evidenziando perdite in milioni di euro a ‘tre cifre’ che si traducono nei 1.935 esuberi dichiarati, con la chiusura di due siti”.

Beko Europe “ha confermando integralmente il piano di trasformazione delle attività italiane presentato al governo e alle parti sociali lo scorso 20 novembre”, risultato “di una revisione complessiva delle attività europee dell’azienda, in conformità con il quadro legale e normativo” questo è quantoafferma l’azienda in una nota, diffusa al termine dell’incontro che si è svolto oggi al ministero delle Imprese e del Made in Italy. “L’obiettivo primario di Beko Europe – si legge – è mantenere una presenza manifatturiera ed operativa stabile e di lungo periodo nel continente e, in particolare, in Italia”.

Nel corso dell’incontro, l’azienda spiega di aver ribadito “la centralità dell’Italia nella propria strategia globale come centro di eccellenza per il cooking, includendo le attività di ricerca e sviluppo (R&D) e di design industriale, con un investimento previsto di 110 milioni di euro per la produzione di piani cottura, forni e microonde da incasso”. Inoltre “ha confermato la disponibilità a proseguire il dialogo con le istituzioni e le parti sociali per definire le modalità e le tempistiche di attuazione, nell’ottica di individuare soluzioni condivise che tutelino il più possibile le persone coinvolte”. “Nell’ottica della più ampia collaborazione, per l’individuazione di una soluzione che possa garantire un futuro alle attività interessate – si legge ancora nella nota -, Beko Europe si impegna a mantenere le produzioni attive e a continuare ad assorbire le significative perdite generate dai siti fino alla fine del 2025, e a continuare la discussione a livello nazionale e locale al fine di agevolare l’individuazione della miglior soluzione possibile”.

“Solo al termine del confronto valuteremo, anche sulla base delle valutazioni di Regioni e sindacati, se sarà necessario attivare i poteri sanzionatori previsti in caso di inadempienza dalla normativa sulla golden power”: lo ha detto il ministro Adolfo Urso, secondo quanto si apprende, nel corso del tavolo al Mimit sulla vertenza Beko.Il ministro Urso avrebbe ribadito che “le prescrizioni apposte con avvedutezza e consapevolezza già all’inizio della operazione hanno già impedito che si verificasse quello che è accaduto” nel resto d’Europa “con la chiusura degli altri stabilimenti di Whirlpool in Polonia e Gran Bretagna”.