Sugli scaffali dei punti vendita Coop le confezioni multiple di fazzoletti di carta con cinque parole: Ascolto, Amore, Rispetto, Consenso, Fiducia che l’Accademia della Crusca aiuta a interpretare e attualizzare
Il 70% del campione consultato nel sondaggio “La scuola degli affetti” promosso da Coop in collaborazione con Nomisma approva la presenza dell’educazione affettiva nelle scuole. E ben 9 italiani su 10 ritengono che proprio l’insegnamento scolastico possa contribuire alla prevenzione di fenomeni di odio, emarginazione, finanche violenza di genere. A partire anche dalla tenera età , dato che un genitore su due immagina che il percorso dell’educazione alle relazioni possa iniziare già dalla scuola elementare e debba essere affidato a figure professionali, insegnanti e psicologi, le cui capacità e conoscenze sono riconosciuti. Tra i contrari il 49% lo è per il timore che possa essere trattata con superficialità .
Una fotografia della realtà molto lontana dalle ultime recenti disposizioni in materia promosse dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara che non apre sul principio dell’obbligatorietà di questa materia (l’Italia è uno dei pochi Paesi europei a non averla) e introduce il vincolo dell’approvazione delle famiglie per quelle iniziative di formazione su questa materia peraltro a carattere puramente extracurricolare e dunque lasciate alla libera offerta dei singoli istituti scolastici.
Ascolto, Amore, Rispetto, Consenso, Fiducia, sono le cinque parole non banali che assumono un nuovo, più attuale significato nell’ambito della campagna “Dire, fare, amare” promossa da Coop a favore dell’obbligatorietà dell’educazione affettiva nella scuola. campagna che prosegue ora con l’arrivo in questi giorni, in tutti i punti vendita Coop di 400mila confezioni (pari alla rotazione di circa 3 mesi) come mezzo di informazione e di adeguata sensibilizzazione sul tema. Le cinque parole sono oggetto di interpretazione e attualizzazione da parte dell’Accademia della Crusca, uno dei principali punti di riferimento per gli studi sulla lingua italiana.
Grazie al lavoro svolto da Paolo D’Achille e Rita Librandi, rispettivamente Presidente e Vicepresidente dell’Accademia, e da Federigo Bambi, Accademico della Crusca, ricostruiamo origine e storia di queste parole e soprattutto l’uso che oggi nel linguaggio comune ne facciamo tenendo conto anche delle deviazioni rispetto al significato di partenza.
A partire dal termine “Amore”, parola di antichissima attestazione tanto che in volgare, compare per la prima volta nel 1190, ma che oggi spesso si allontana dal significato originario che non rinvia in alcun modo a sentimenti negativi. Eppure, oggi, corredata da aggettivi quali malato, morboso o tossico, acquista una fisionomia contraria rispetto al sentimento fonte di vita cui la parola amore rinvia fin dalla sua origine.
NELL’AUDIO Maura Latini, presidente COOP Italia