Gaza, Scuola Normale Pisa dice no ad accordi con Atenei Israele implicati in violenze

Scritto il 28/07/2025
da Domenico Guarino

Gaza, Scuola Normale Pisa  dice no ad accordi con Atenei Israele implicati in violenze

 Il Senato accademico della Scuola Normale di Pisa dice no a futuri accordi con Università ed enti di ricerca israeliani implicati nelle violenze a Gaza e in Cisgiordania, respinge invece la proposta, proveniente dalla classe di Scienze politiche e sociali, di non stabilire rapporti con alcun Ateneo di Israele, confirandolo come “un boicottaggio generalizzato”.

Lo rende noto la Scuola il cui Senato accademico ha votato a maggioranza, il 22 luglio, “una mozione che dà continuità a una precedente del 26 marzo 2024”, in cui “si impegnava a valutare con la massima attenzione ogni accordo istituzionale e collaborazione scientifica che potesse attenere allo sviluppo di tecnologie utilizzabili per scopi militari”.

La nuova deliberazione, si spiega dalla Scuola Normale, arriva adesso visti “la catastrofe umanitaria e il peggioramento continuo delle condizioni del popolo palestinese”, “l’aggravarsi di pesanti e sistematiche forme di oppressione, discriminazione e violazione del diritto internazionale umanitario a danno della popolazione civile nella striscia di Gaza e in Cisgiordania e la pressoché totale distruzione delle infrastrutture sanitarie, scolastiche e universitarie nella striscia di Gaza“.

La Scuola Normale, si precisa, al momento non ha accordi istituzionali con Università israeliane. L’impegno a non stringerli con istituzioni “che risultino implicate direttamente o indirettamente nelle violenze e nell’occupazione a danno delle popolazioni civili di Gaza e di Cisgiordania”, resterà valido “fino alla fine della crisi umanitaria, al cessate il fuoco definitivo e a concreti impegni verso la ricostruzione di Gaza, nonché fino al ripristino del rispetto dei diritti umani in Palestina e del diritto internazionale”.

Vengono al contrario caldeggiate “le collaborazioni individuali con studiosi e studiose israeliane e con organizzazioni non governative dedite alla difesa dei diritti umani”, nella convinzione che “il dialogo transnazionale possa contribuire ad arginare qualsiasi forma di nazionalismo e razzismo e a promuovere la pace e i valori umanitari”.