Volontariato: il 75% dei Toscani sarebbe disposto ad impegnarsi, ma chiede più flessibilità

Scritto il 01/04/2025
da Domenico Guarino

Volontariato: il 75% dei Toscani sarebbe disposto ad impegnarsi, ma chiede più flessibilità

I dati dall’indagine “Cittadini e vita sociale in Toscana”. L’84% dei toscani considera i volontari persone da ammirare. 2 milioni di cittadini si dichiarano disponibili a fare volontariato ma solo a determinate condizioni. Oltre 500mila coloro che già lo fanno.

Il volontariato si conferma un pilastro fondamentale della società toscana, capace anche di colmare il divario di fiducia tra cittadini e istituzioni e di rappresentare una risposta concreta ai bisogni emergenti della comunità. È quanto emerge dall’indagine realizzata da Sociometrica per Cesvot sul rapporto tra i cittadini toscani, la partecipazione civica e il terzo settore.

Sono due milioni i cittadini toscani disposti, a determinate condizioni, a intraprendere un’esperienza di volontariato, un’ attività che gode di un elevatissimo livello di fiducia (82,7%) nella nostra Regione. Dalle prime rilevazioni svolte sul tema dei volontari potenziali nel 2023, il numero è quadruplicato.

Secondo i dati raccolti, l’84,4% dei toscani considera i volontari come “persone da ammirare”, un dato in crescita rispetto al passato. Quasi un terzo della popolazione toscana 31,8% dichiara di svolgere attività di volontariato, suddiviso tra forme organizzate (17,7%) e iniziative spontanee (14,1%). In valore assoluto le persone coinvolte in forme di volontariato organizzato in Toscana sono 556.310; il 28,4% svolge volontariato regolarmente, una platea di 282.869 persone che considera l’aiuto agli altri parte della propria quotidianità. 4toscani su dieci indicano come motivazione principale per l’impegno civico ildesiderio di contribuire al bene comune (43,9%).

Se il volontariato fiorisce, la partecipazione politica mostra segni di crisi: solo il 36% degli intervistati esprimeun giudizio positivo sulle istituzioni, con un dato ancora più basso per le aziende private (33,1%). Il 48,1%.

Tra i principali bisogni che il volontariato copre, ci sono: supporto alle persone vulnerabili (49,3%), prevenzione e salute pubblica (41,1%),povertà e emarginazione (39,9%), integrazione e inclusione sociale (26,7%), sostenibilità ambientale (20,8%),valorizzazione della cultura (16,9%).

“È necessario sviluppare modelli innovativi di integrazione tra

volontariato e istituzioni, affinché l’impegno civico diventi sempre più parte di un processo condiviso di costruzione del bene comune” spiega Luigi Paccosi presidente di Cesvot. “Viviamo un momento delicatissimo, in Toscana e in Italia – sostiene il curatore della ricerca Antonio Preiti – perché da un lato cresce la voglia di partecipare, dall’altro domina una sfiducia profonda verso ogni forma di rappresentanza collettiva. Dobbiamo credere nella spinta individuale al bene comune e trasformare questa

fiducia in organizzazioni nuove, credibili, all’altezza del presente”.

Da notare infine che il 74,5% di chi oggi non è attivo nel

volontariato, oltre due milioni di cittadini toscani, si dichiara disponibile a certe condizioni. Valore che diminuisce al 5,2%, pari a 168.832, per chi esprime una disponibilità incondizionata.

Le discriminati sono: flessibilità nella gestione del tempo (28,3%), fiducia e reputazione dell’associazione e delle persone coinvolte

(26,4%) significato e impatto dell’attività risultano determinanti per il 33,3% degli intervistati, chiarezza organizzativa di compiti e ruoli (12,3%).

NELL’AUDIO l’intervista con Antonio Preiti, curatore della ricerca